Il brutto anatroccolo:  La difficoltà di amare se stessi, la propria autenticità e di  farsi amare dagli altri. Spunti dalla fiaba di C.H. Andersen a cura della dott.ssa Denita Bace – Psicologa Psicoterapeuta  Tutti noi conosciamo la fiaba di Andersen in cui il “brutto anatroccolo”, diverso dagli altri, è fermamente convinto di essere, per l’appunto, brutto e comprende solo alla fine della storia di non essere un’anatra malriuscita bensì un cigno. Decisamente un notevole cambiamento di prospettiva.  Il brutto anatroccolo ha imparato, sin da piccolo, a considerarsi inadeguato ed è così convinto della sua visione delle cose che, quando vede riflessa nell’acqua la propria immagine di cigno, sul principio non si riconosce nemmeno.  Un meccanismo non molto differente da quello che si attiva in molte persone che, per le motivazioni più varie, hanno imparato a vedersi in modo negativo e inadeguato e come tali si comportano, sminuendo i propri pregi e rinforzando sempre di più l’immagine svalutante che hanno di sé finendo così per non volersi bene e sentirsi di non meritare relazioni positive, rendendo la propria vita sofferente e